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Il libro scritto da Nicolò Terminio attraversa il confine tra modelli teorico-clinici diversi ricavandone strumenti utili alla clinica. In particolare, mette a fuoco una serie di connessioni: tra psicoanalisi lacaniana e psicoterapie psicodinamiche; tra psicoanalisi e psicopatologia fenomenologica; tra psicoanalisi e modelli della generatività. Questi sono i percorsi lungo i quali si è avviata la ricerca e la pratica clinica di Nicolò Terminio, seguendo la prospettiva della psicoanalisi e della psicopatologia fenomenologica e contribuendo alla loro traduzione nel vivo dell'esperienza terapeutica. La riflessione dell'autore rimane sempre vicina ai problemi della clinica, alle angosce, agli spaesamenti ma anche alle curiosità e alle speranze che affliggono e accompagnano la vita di chiunque vede ogni giorno persone che fanno fatica a vivere o a dare un senso alla loro vita perché ristrette in mondi asfittici, prigionieri della loro psicopatologia. Come afferma Mario Rossi Monti nella sua prefazione al libro: "un clinico e una cultura clinica si costruiscono muovendosi in primo luogo su questo terreno e il libro di Nicolò Terminio dà un importante impulso in questa direzione".